Titolo: COGNITIVE WARFARE, La competizione nella dimensione cognitiva
Anno: 2023Fonte: STATO MAGGIORE DELLA DIFESAURL originale: https://www.difesa.it/SMD_/Staff/Sottocapo/UGID/Dottrina/Documents/Cognitive_Warfare_Ed.2023.pdfLa Difesa è da tempo consapevole della necessità di dover affrontare in modo sistemico e lungimirante le sfide poste da tecnologie ed ambienti emergenti, come quelle derivanti dalla dimensione cognitiva. Una dimensione parte integrante del “campo di battaglia” nel quale operiamo quotidianamente, basata su armi contemporanee capaci di condizionare l’opinione comune, e, in ultima analisi, manipolare le decisioni, influenzando, interferendo e alterando le dinamiche cognitive ad ogni livello, nel quadro di strategie comunicative invasive e destabilizzanti.
La capacità di generare effetti sfruttando i limiti e le vulnerabilità della mente umana per influenzare e, potenzialmente, manipolare il comportamento umano costituisce, quindi, una nuova frontiera di competizione per il perseguimento del vantaggio strategico, con minaccia diretta alla stessa Sicurezza Nazionale. Tale estensione del campo di battaglia, con i correlati sviluppi delle tecnologie emergenti e nel settore delle neuroscienze, rappresenta un’evoluzione immateriale del confronto che assume rilevanza assoluta in tempi di incertezza come quelli attuali, rispetto ai quali le relazioni internazionali registrano rinnovata competizione tra sistemi valoriali concorrenti, anche attraverso una violenta guerra di narrative sulle reti di comunicazione.
Tutto ciò, alimenta suggestioni e distorsioni a premessa di una sempre maggiore polarizzazione sociale e geopolitica, confermando come la capacità di generare effetti nella dimensione cognitiva esprima la sua valenza strategica nell’intero spettro della competizione (continuum of competition), estendendo la portata della sua azione alle situazioni di conflitto, anche grazie alla capacità di amplificare gli effetti dell’azione cinetica. In tale quadro, anche alla luce degli effetti della cosiddetta “guerra ibrida” che si sviluppa secondo dinamiche sempre più letali, il Cognitive Warfare (competizione cognitiva) può essere definito come un’operazione multidominio (o parte di essa) che impiega mezzi, azioni e strumenti attraverso le connessioni tra i domini classici (terrestre, aereo, navale), i domini spazio e cyber, l’ambiente informativo e lo spettro elettromagnetico influenzando il comportamento umano e generando effetti nella dimensione cognitiva, con l’obiettivo di ottenere un vantaggio sull’avversario.
Emerge quindi la necessità di farci trovare pronti, in sinergia con le Istituzioni, per fornire risposte di sistema anche in ragione del fatto che il Cognitive Warfare e le sfide derivanti dalla portata del fenomeno, esulano da competenze esclusive di un unico Dicastero, richiedendo un’azione corale, sia a livello nazionale che internazionale, attraverso un processo di crescente responsabilizzazione degli stakeholder, anche privati. Come Difesa, con questo documento, abbracciando il paradigma dell’Open Innovation abbiamo affrontato il tema della competizione cognitiva in ottica multidisciplinare, cercando di inquadrare il tema ed identificarne le possibili linee di indirizzo, attraverso un network di esperti militari e civili provenienti dal mondo accademico, industriale e della ricerca.
Per essere all’altezza delle sfide del futuro occorrerà, innanzitutto, accrescere la nostra consapevolezza, informando, formando ed educando il personale militare, con particolare focus sulla leadership. In parallelo, si dovrà valorizzare il ruolo della Difesa e garantirne il pieno coinvolgimento ab initio, migliorare la comprensione della minaccia, rafforzare i progetti di ricerca e sviluppo tecnologico di settore, raggiungere una concreta capacità di integrare e sincronizzare effetti cinetici e non cinetici, in primis con il potenziamento della capacità di comunicazione. Tutto questo, nella cornice di un coerente progetto di sistema che punti ad adeguare – in linea con l’evoluzione internazionale – il quadro giuridico funzionale ad abilitare l’azione dello Strumento Militare.
La Difesa, come sempre, intende quindi fare la sua parte, mettendo a disposizione delle Istituzioni, del Paese e delle Organizzazioni Internazionali di riferimento la sua professionalità, la sua visione e le sue capacità, a tutela degli interessi nazionali, a protezione dei nostri cittadini ed a salvaguardia del perimetro di valori condivisi nei quali crediamo.
Capo di Stato Maggiore della Difesa: Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone