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27 dicembre 2023
“La BBC e altri continuano a rivisitare i crimini di Hamas quel giorno, ma non riescono a riferire sulle prove crescenti che Israele abbia ucciso i suoi stessi cittadini.”
Jonathan Cook è autore di tre libri sul conflitto israelo-palestinese e vincitore del Premio Speciale Martha Gellhorn per il giornalismo. Il suo sito web e il blog sono disponibili all'indirizzo www.jonathan-cook.net, Di seguito un estratto del suo articolo del 15 dicembre che espone un quadro che per alcuni di noi era evidente, per la capacità di analisi intuitiva che hanno coloro che dispongono di apertura mentale e libertà dai pregiudizi.
L’articolo analizza la crescente serie di prove ed evidenze che dimostrano che il 7 ottobre molti civili israeliani sono stati uccisi nel fuoco incrociato di scontri a fuoco tra Israele e Hamas, o da direttive militari israeliane che avevano lo scopo di impedire ai combattenti di Hamas di rientrare a Gaza con gli ostaggi. Accusa inoltre, i giornalisti occidentali di essere interamente complici dei crimini contro l'umanità attualmente perpetrati a Gaza.
Bisan Owda vive a Gaza e racconta la vita reale della sua città. Il giorno in cui Israele ha bombardato l'ospedale al-Shifa stava registrando un video. È salva per miracolo. Il video completo è visibile sul canale YouTube di Al Jazeera
8 novembre 2023 - È sui giornali di questi giorni la storia raccapricciante di Ruth Peretz, una ragazza affetta da distrofia muscolare, uccisa da Hamas il 7 ottobre, e di suo padre Arik (scrivono anche Erik o Erick… Il Mattino, La Stampa, il Giornale, il Gazzettino, ecc…). Grosso modo la notizia rimbalza on-line in questo modo: “È stato identificato il corpo di Ruth Peretz, una ragazza di 16 anni (alcuni scrivono 17 ndr.) che era con il padre al rave di Rèim la mattina del 7 ottobre quando Hamas ha attaccato Israele. Lo riferisce 'Haaretz'. Peretz soffriva di distrofia muscolare e paralisi cerebrale, ed era stata dichiarata dispersa dopo l'attacco. Il corpo di suo padre, Arik Peretz, è stato trovato circa 10 giorni dopo l'attacco.”
Il Giornale scrive: “Il corpo del padre è stato trovato circa 10 giorni dopo il massacro di Hamas. La figlia era data per dispersa: vicino al confine di Gaza, polizia e personale medico avevano rinvenuto solo la sedia a rotelle che la giovane utilizzava per spostarsi. Ieri è stato identificato anche il corpo…”
MA COME È POSSIBILE? Il New York Post il 18 ottobre aveva già scritto: “i corpi di Erick Peretz e sua figlia Ruth - che era su sedia a rotelle con paralisi cerebrale e distrofia muscolare - sono stati localizzati dai volontari mercoledì nel sito del Supernova Sukkot Gathering vicino al Kibbutz di Re'im”. https://nypost.com/2023/10/18/bodies-of-erick-ruth-peretz-found-after-hamas-festival-massacre/
Gli articoli di questi giorni sono accompagnati in grande maggioranza dalle stesse foto che inducono a pensare siano state scattate durante il rave party del 7 ottobre. L’episodio però è talmente rivoltante da sembrare inverosimile e le foto non aiutano a fare chiarezza. La ragazza è vestita in modo diverso mentre l’uomo indossa la stessa maglietta verde. Una delle foto è palesemente ritoccata, se non proprio falsa, considerato il profilo della capigliatura. L’orecchio della ragazza in un’altra foto mostra una struttura anatomica del tutto improbabile, un fenomeno che capita in certe creazioni dell’intelligenza artificiale.
Spiace dover nutrire dubbi su un episodio così doloroso, e spiace che i giornali stiano pubblicando notizie e materiali che provocano un effetto shock ma peccano di credibilità per scarsità di analisi e di approfondimento e per l'uso e il riferimento a fonti quantomeno dubbie. Viene il sospetto che il rilancio, corretto, attualizzato e posdatato a quasi un mese dalla prima uscita, della notizia, sia un diversivo che ha il solo scopo di distogliere l’attenzione dal massacro in atto con i bombardamenti indiscriminati sulla popolazione civile di Gaza: documentati, inequivocabili, disumani, laceranti, assurdi.
1 novembre 2023 - Un assemblage che ostende un'altra interpretazione dei fatti che in questi giorni addolorano e preoccupano il mondo intero. Se è vero come pensava Nietzsche che non esistono i fatti ma solo le loro interpretazioni, e se vero che interpretazioni omogenee costituiscono una narrazione, una storia, e forse anche La Storia, ecco un contributo a questo processo con un racconto nato da una sequenza di quadri tratti dal reale digitale.
15 ottobre 2023 - Quello che succede da anni nella Palestina occupata dall’esercito israeliano emerge in modo lampante da un’inchiesta pubblicata dal Washington Post il 10 marzo 2023. Il 22 febbraio, a Nablus in Cisgiordania, le proteste dei palestinesi provocano la reazione dei soldati israeliani. Da un blindato “Wolf” partono dei colpi verso un gruppo di civili e rimangono uccisi: il sedicenne Mohammed Shaaban e il sessantacinquenne Abdelaziz Ashqar.
“Per ricreare la posizione di Nablus nello spazio virtuale 3D, The Post ha raccolto più di 1.000 foto e dati geospaziali del sito. Questi dati sono stati elaborati nel software di fotogrammetria Metashape ed esportati come mesh 3D in scala. Il Post ha quindi utilizzato strumenti di tracciamento prospettico insieme ai metadati disponibili sulla posizione e sugli obiettivi della fotocamera provenienti dalle fotografie e dai video raccolti per aggiungere telecamere virtuali alla scena, abbinando la prospettiva delle immagini chiave da diverse angolazioni e assistendo nella modellazione accurata del sito. Il Post ha aggiunto all'ambiente un modello 3D in scala, di un veicolo corazzato Wolf, incorporando all'interno una telecamera che ha permesso di determinare il raggio di visibilità dall'interno del veicolo mentre si muoveva attraverso la scena.”
I risultati dell’indagine dimostrano in modo inequivocabile che la morte dei due civili innocenti si poteva evitare.
“Brad Parker, consigliere senior presso Defense for Children International-Palestine, che ha esaminato i video, ha affermato che “le uccisioni illegali sono diventate la norma, suggerendo che le regole d’ingaggio militari israeliane sono cambiate negli ultimi anni per consentire il fuoco vivo dove non c’è nessun pericolo”. rappresenta una minaccia per le forze israeliane in completa violazione del diritto internazionale”. Le forze israeliane a bordo di veicoli pesantemente blindati hanno sparato “con totale disprezzo” ai civili palestinesi che si trovavano nelle vicinanze, ha detto Parker.”
Riguardo all’episodio la posizione israeliana è che i soldati affrontano “incidenti terroristici e rivolte violente su base quotidiana”, non prendono di mira intenzionalmente i civili e usano proiettili veri solo dopo “esaurire tutte le opzioni” e in conformità con il diritto internazionale.”