31 ottobre 2021 - LA MEDICINA UCCIDE MA NON PERCHÉ “È IGNORANTE”, UCCIDE PERCHÉ È DIVENTATA UNA SCIENZA; HA SUPERATO IL RAPPORTO MEDICO/MALATO E A PARTIRE DALLA SECONDA METÀ DEL XX SECOLO È DIVENTATA UN SOFISTICATO STRUMENTO DI CONTROLLO SOCIALE
Michel Foucault é fondamentale per comprendere le motivazioni e le dinamiche che hanno portato gli Stati a perfezionare un sistema medico di cura e controllo dei corpi, pur con l’evidenza che “la medicina uccide”.
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Nel 1974 Michel Foucault tiene una serie di conferenze all’Università di Stato di Rio de Janeiro. Comprendendone l’attualità Donzelli Editore ne ha fatto da poco un libro dal titolo “Medicina e biopolitica. La salute pubblica e il controllo sociale; “Nessuno” ne legge alcuni stralci di grande potenza.
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Il diritto dell'uomo a mantenere il suo corpo in buona salute diviene così oggetto dell'azione statale. Di conseguenza i termini del problema si rovesciano: il concetto di Stato al servizio dell'individuo in buona salute si sostituisce al concetto dell'individuo in buona salute al servizio dello Stato.
Quando l'Impero romano si cristallizza dall'epoca di Costantino lo Stato per la prima volta nella storia del mondo mediterraneo si attribuì il compito di prendersi cura delle anime, così l'anima è diventata uno degli obiettivi dell'intervento statale.
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Non abbiamo avuto bisogno di attendere Illich né i seguaci dell'anti medicina per sapere che una delle facoltà della medicina è quella di uccidere. La medicina uccide, ha sempre ucciso e ha sempre avuto coscienza di farlo. Ciò che importa è che fino a un'epoca recente gli effetti negativi della medicina restavano iscritti nel registro dell'ignoranza medica.
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La medicina uccideva per l'ignoranza del medico o perché la medicina stessa era ignorante. Non si trattava di una vera scienza ma piuttosto di una rapsodia di conoscenze mal fondate ma stabilite e mal verificate la nocività della medicina si misurava in proporzione alla sua non scientificità.
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Ma quel che appare all'inizio del ventesimo secolo è che la medicina può essere pericolosa non a causa della sua ignoranza ma per il suo sapere proprio perché essa è una scienza. Illich e quelli che a lui si ispirano rivelano una serie di fatti a questo riguardo ma non sono certo che siano stati tutti troppo ben elaborati. Così bisogna accantonare numerosi risultati spettacolari per lasciarli utilizzare tutt'al più ai giornalisti. Per questo non mi dilungherò, dice Foucault, sulla spettacolare diminuzione della mortalità durante uno sciopero dei medici in Israele. Non ricorderò nemmeno altri fatti realmente avvenuti ma la cui elaborazione statistica non permette di scoprire né di definire di che si tratti… O il caso dell'inchiesta realizzata dall'Istituto Nazionale della Sanità secondo cui 1.500.000 persone furono ospedalizzate nel 1970 per aver assunto farmaci. Al contrario, ciò che sembra molto più interessante e pone il vero problema è quello che si potrebbe chiamare non più ideologia ma ideologia positiva.
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Gli effetti negativi dei farmaci non sono dovuti a errori diagnostici né all'ingestione accidentale di queste sostanze ma all'azione dell'intervento medico stesso nei suoi fondamenti razionali. Gli strumenti di cui dispongono oggi i medici e in generale la medicina, proprio a causa della loro efficacia, provocano degli effetti, alcuni puramente nocivi, altri incontrollati, che obbligano la specie umana a entrare in una storia azzardata, in un campo di probabilità e di rischi la cui ampiezza non può essere misurata con precisione.
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In definitiva si ignora a cosa condurranno le manipolazioni genetiche effettuate sul potenziale genetico delle cellule viventi, su dei bacilli o su dei virus. Diviene tecnicamente possibile elaborare agenti aggressori dell'organismo umano contro i quali non c'è possibilità di difesa.
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E possibile che venga forgiata un'arma biologica assoluta contro l'uomo e la specie umana senza che si sviluppino simultaneamente dei mezzi di difesa: è per questo motivo che i laboratori americani hanno chiesto che siano proibite le manipolazioni genetiche che si è attualmente in grado di realizzare... (1974)
…A quell'epoca non si disponeva ancora di strumenti sterilizzati. In effetti l'asepsi non cominciò a essere introdotta nella pratica medica che verso il 1870 dopo la guerra franco prussiana e il relativo successo ottenuto dai medici tedeschi, l'asepsi diviene una pratica corrente in tutti i paesi del mondo; a partire dal momento in cui si possono anestetizzare gli individui scompare la barriera del dolore e si è in grado di procedere a qualunque operazione in assenza di asepsi non c'è alcun dubbio che ogni operazione non solo costituisca un rischio ma si conclude generalmente con la morte dell'individuo. Così durante la guerra del 1870 Guérin, un celebre chirurgo francese, praticò delle amputazioni su parecchi feriti ma non riuscì a salvarne che uno soltanto, tutti gli altri morirono. Si tratta di un esempio tipico della maniera in cui ha sempre funzionato la medicina a partire dai propri scacchi e del fatto che non esiste grande progresso medico che non sia stato pagato a prezzo di diverse conseguenze negative.
Questo fenomeno che caratterizza la storia della medicina moderna acquista oggi una nuova dimensione nella misura in cui fino agli ultimi decenni il rischio medico riguardava unicamente l'individuo curato, al massimo si poteva alterare la sua discendenza diretta, vale a dire che il potere di un'eventuale azione negativa della medicina si limitava a una famiglia o a una discendenza. Oggi con le tecniche di cui dispone la medicina la possibilità di modificare la struttura genetica delle cellule interessa non solo l'individuo o la sua discendenza ma la specie umana intera; è l'insieme del fenomeno della vita che si trova ormai posto nel campo d'azione dell'intervento medico.
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Finora la risposta del medico era una risposta a una domanda di salute, alla domanda che arrivava dal malato, dalla malattia, e questo sembra, sembrerebbe abbastanza assodato ma se è così. Più frequentemente la medicina si impone all'individuo, malato o meno, come un atto di autorità...