1 SETTEMBRE 2021 - Vogliamo esprimere tutta la nostra preoccupazione, il disagio e il disappunto per l’introduzione unilaterale di una norma che ancora non è stata sottoposta all’approvazione del parlamento italiano e che ci pone in una contraddizione palese. Con quale spirito potremo educare i nostri ragazzi all’uguaglianza, alla libertà, alla fratellanza, intesa nella sua natura profonda di accoglienza e di inclusione? Come potremo ancora parlare di libero pensiero e di spirito critico, se ci vediamo costretti ad accettare una norma chiaramente non in linea con questi principi?
Sono state istituite di fatto due distinte categorie di educatori che mantengono o perdono i pieni diritti di cittadinanza, e a cui vengono concesse o sottratte certe condizioni di benessere, esclusivamente in base alla propria intima, motivata decisione di accettare o di rifiutare l’esibizione di un lasciapassare. Il nostro Stato ci ha privati dei nostri diritti, soltanto perché esercitiamo il diritto di dissentire. Quando da studenti si parlava a scuola di leggi discriminatorie e della profonda ingiustizia che esse producevano nelle società in cui comparivano, pensavamo, con sollievo, che non sarebbe mai più accaduto. Eravamo certi che la società occidentale, nata sui valori democratici dell’antica Grecia, e quella italiana nata sui principi fondativi scolpiti dal Padri della nostra Costituzione, mai avrebbe espresso una simile violenza verso gli stessi “servitori dello Stato”, cioè noi.
A partire dalla dichiarazione di emergenza del 31 gennaio 2020, della quale si cerca ancora una giustificazione giuridica e oggettiva, sono piovuti sulla scuola una cascata di provvedimenti assunti direttamente dai governi senza aver ricevuto, come impone l’art. 76 della Costituzione italiana, l’indicazione di principi e criteri direttivi, limiti temporali e oggetti definiti. Giungiamo così oggi, 1 settembre 2021, all’applicazione per la scuola di una norma palesemente vessatoria e discriminatoria, inutile e pericolosa, benché transitoria e in palese contrasto con disposizioni di livello superiore, fortunatamente non ancora abrogate, poste a salvaguardia del diritto al lavoro e della libertà individuale, contro la violenza, l’intolleranza e la discriminazione sociale.
E non sono ancora state abrogate le indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione che sottolineano il ruolo fondante nel processo educativo del rispetto e della valorizzazione delle diversità individuali. Possiamo, in qualità di insegnanti, abdicare a questi irrinunciabili valori?
No, non possiamo! Pertanto, pur con l’intenzione di agire in tutti i modi per il ripristino delle condizioni di serenità, benessere, uguaglianza, giusta diversità di posizioni e di idee nel mondo della scuola, ci vediamo costretti a subire l’imposizione di un lasciapassare per continuare a formare e a educare uomini e donne in grado di dare un contributo critico personale e libero alla società del futuro.